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    Brennan Wertz è un ciclista gravel professionista di San Francisco. Non è soltanto conosciuto per la sua potenza e abilità tecnica (vittorie alla Huffmaster Hopper, alla Sea Otter Gravel Race e alla UCI Highlands Gravel Classic questa stagione) ma anche per la sua particolare attenzione e ricercatezza nella scelta dell’equipaggiamento da ciclismo; ne è evidenza la sua scelta di gareggiare con telai in titanio Mosaic costruiti su misura. Lo abbiamo incontrato per la nostra nuova rubrica “Innovation Museum”, dedicata al ripercorrere la storia dell’innovazione dell’abbigliamento tecnico da ciclismo.

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    Ciao Brennan!
    Ciao ragazzi!

    Quale è stato il tuo primo “upgrade” da atleta elite al tuo equipaggiamento tecnico?

    Prima di diventare un ciclista professionista ho avuto una carriera da canottiere. Ho fatto canottaggio per tutto il liceo e l’università, ho gareggiato per la squadra nazionale e sono anche stato campione del mondo nel 2018. Quindi il mio primo contatto con l’ equipaggiamento tecnico lo ho avuto in quel momento. E il primo ricordo di un “upgrade” della mia attrezzatura risale proprio a quel periodo. In pratica, da ragazzo desideravo davvero, davvero tanto, un paio di Oakley. Decisi quindi di mettere da parte i soldi e, dopo aver risparmiato per un bel po’ di tempo, sono riuscito finalmente a comprarne un paio. Quando finalmente li ho indossati mi sono detto: “Certo, sono più costosi di altri modelli, ma la differenza si sente quando li indossi”.

    È stato come canottiere che mi sono appassionato all’abbigliamento tecnico. Alla fine delle gare ci scambiavamo spesso le maglie con le altre squadre nazionali ed era sempre molto bello scoprire cosa avessero indossato gli altri canottieri, quando ti capitava di avere tra le mani la maglia australiana e di pensare “Oh wow che bel materiale ultraleggero stanno usando questi ragazzi, sarebbe perfetto per l’estate” e così via. Quindi il mio interesse per i tessuti tecnici è stato alimentato da queste esperienze…

    Quando è la stata la prima volta che hai percepito una reale differenza tra un equipaggiamento da ciclismo e un altro? Di cosa si trattava?

    Personalmente sono molto fortunato e spesso sono stato in grado di apportare alla mia bici tutti gli upgrade più belli, ma se dovessi pensare a un solo momento e a una bici che si è davvero distinta, è quella che ho usato per la Unbound nel 2021. Era la prima volta che salivo su una Mosaic con i cuscinetti CeramicSpeed, le ruote Enve e il telaio in titanio completamente personalizzato. Ricordo di essere salito sulla bici e di aver sentito immediatamente la differenza, anche solo uscendo dall’isolato del negozio. La guida della bici era così fluida e naturale. Potevo sentire la scorrevolezza dei cuscinetti, l’aerodinamica delle ruote e la reattività del telaio.

    Potresti spiegare il tuo approccio nello scegliere l’attrezzatura per gli allenamenti e le gare? Hai una filosofia specifica o una serie di criteri (anche insoliti) che deve soddisfare l’equipaggiamento?

    Ho lavorato ad Above Category per un anno nel 2021 e sono stato catapultato nella nicchia dei prodotti da ciclismo “high performance”. Ho imparato rapidamente molte cose sul settore dal proprietario Chad, dal meccanico Robert e dagli altri dipendenti. Questa esperienza mi ha permesso di sviluppare rapidamente una passione non solo per i prodotti d’alta gamma, ma soprattutto per quelli “high performance” (è una distinzione importante). Quell’anno ho avuto la possibilità di provare alcuni prodotti davvero incredibili, prima solo perché erano in negozio e mi hanno incoraggiato a provarli, ad esempio ricordo che Chad mi ha prestato le sue ruote Lightweight e io sono uscito con quelle e ho pensato “Wow, qui si vede davvero la differenza”. Poi, con il tempo, a causa del mio peso e della mia altezza, che mi portano a scaricare molta potenza, sono diventato il tester di Above Category, quindi ogni volta che arrivava un nuovo set di cuscinetti, una cera per catena o un pantaloncino uscivo a testarli.

    Quando sono passato dai test alla carriera di corridore, il raggiungimento di prestazioni ottimali è diventato ancora più importante. Dedico così tanto tempo all’alimentazione, all’allenamento, al recupero e al riposo che devo dedicare la stessa energia all’equipaggiamento. È un altro pilastro del successo…

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    Potresti spiegarci come è stata configurata la tua bici per la Unbound? Siamo particolarmente interessati a tutte le modifiche e gli aggiornamenti “after market” che sono stati fatti per soddisfare le tue esigenze e la tua filosofia o a qualsiasi cosa che possa essere considerata “controcorrente” rispetto agli standard dal settore.

    Dunque, ho impostato la transizione wireless Sram mullet con il deragliatore e la cassetta da MTB ma con i cambi da strada. Poi ho aggiunto altri due set di cambi wireless, uno sul lato inferiore della parte superiore del manubrio e l’altro nella parte inferiore. Ho un nuovo prototipo di pedivella SRM realizzato per me da Ulli Schroeder. Tutto il materiale è Ceramic Speed. Ho ruote ENVE realizzate appositamente per me da Above Category in California, un dettaglio che trovo molto importante per il modo in cui posso personalizzare la scelta dei raggi per motivi di performance, ma anche per il colore: questa volta in metallo lucido per abbinarsi al mio headset Chris King e anche alla pedivella…

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    In seguito all’ultima domanda, una delle cose che più ti distinguono dagli altri ciclisti in termini di equipaggiamento è la scelta di montare un telaio in titanio, prodotto appositamente per te in Colorado. Cosa ti piace di questo materiale a confronto con altri come l’acciaio o il carbonio?

    Penso che i vantaggi del titanio e di un telaio personalizzato siano numerevoli e spesso trascurati. Per fare un esempio: il primo telaio che mi è stato costruito da Mosaic era un progetto in cui volevamo creare la bicicletta più rigida possibile. Per fare questo, tra le altre cose, hanno preso il loro tubo obliquo normale e l’hanno usato come tubo orizzontale, poi si sono procurati un tubo obliquo maggiorato e onestamente era la bici più rigida che avessi mai guidato. A partire da quella bici, abbiamo ridotto un po’ le cose e ho iniziato a capire che una bici personalizzata non è solo una questione di adattamento e di verniciatura/grafica, ma anche di telai personalizzati e di poter adattare la bici ad uno scopo e un uso molto specifici. Così, nel corso della stagione, sono in grado di utilizzare diversi telai con caratteristiche leggermente diverse per diverse discipline, ottenendo così un vantaggio significativo in termini di prestazioni.

    Naturalmente ci sono anche degli aspetti negativi: nessuno può negare che questa tipologia di telaio non abbia la forma più aerodinamica, ma quello che credo che il materiale stesso offra in compenso è la durevolezza. Viaggio sempre con le mie biciclette e so che posso buttarle in una borsa e che non gli succederà nulla. Inoltre, noi gareggiamo con queste bici e nelle gare succedono cose assurde. Ci schiantiamo, le rocce volano. E io so che posso far cadere la bici e poi riprenderla e continuare a pedalare. Il telaio è solido come una roccia.

    Un’ultima considerazione: Sono 90 kg e alto quasi 2 metri. Non ho una corporatura media e faccio fatica a trovare prodotti di serie che mi vadano bene. Perciò partner come Mosaic o Q36.5, che sono in grado di realizzare equipaggiamento tecnico su misura per me, sono davvero cruciali.

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    Quali sono i tre aspetti principali che cerchi nel tuo equipaggiamento (bici e abbigliamento)?

    Prestazioni di alto livello (i risultati sono fondamentali), durevolezza (la stagione è lunga), “sexiness”.

    Qual è stato il primo capo Q36.5 che hai testato? Come lo descrivi? Che sensazioni hai avuto?

    I pantaloncini Dottore in navy e la maglia Gregarius (allora conosciuta come R2). Era il mio primo o secondo giorno di lavoro alla Above Category e Chad, il proprietario, mi ha dato la maglia Q36.5 personalizzata per il negozio e i pantaloncini Dottore e mi ha detto: “Andiamo a fare un giro insieme”! Sono rimasto senza parole. Come con la bici Mosaic che utilizzo dal 2021, fin dalle prime pedalate ho percepito una notevole differenza.

    Che cosa hai percepito esattamente di diverso?

    Due aspetti. La prima cosa che ho notato è stata quanto i pantaloncini fossero confortevoli, aderenti e in grado di supportare la muscolatura. La seconda cosa che ho notato è che, nonostante la sensazione di aderenza, era quasi come se non avessi indosso nulla. In effetti, per me il massimo risultato che l’abbigliamento da ciclismo può ottenere è quello di non dover pensare a ciò che si indossa. Se ci stai pensando è perché probabilmente c’è qualcosa che non va, qualche sfregamento di troppo, qualche fastidio… Dopo aver indossato un prodotto Q36.5 non si ha più bisogno di pensarci e ci si può concentrare completamente sul piacere di pedalare o performare al massimo durante l’allenamento.

    Quanto è importante la termoregolazione per migliorare le tue prestazioni?

    Decisamente fondamentale. Da oltre un anno mi alleno con il sensore di temperatura corporea CORE [che anche Q36.5 utilizza per testare i suoi prodotti] per imparare a gestire il caldo. Questo è molto importante per me, perché vivo sulla costa, dove il clima è abbastanza temperato, mentre molte delle gare importanti del mio calendario si svolgono nel centro degli Stati Uniti, dove può fare molto caldo, e le gare caratterizzate dal caldo sono un terreno in cui spesso mi trovo in difficoltà. Per questo motivo ho scelto di indossare un abbigliamento in grado di adattarsi alle diverse condizioni climatiche, come ad esempio i pantaloncini e le scarpe Clima. Questi prodotti all’avanguardia offrono vantaggi marginali nella gestione della temperatura corporea che nel lungo periodo fanno una grande differenza. Il mio prodotto preferito per le gare caratterizzate dal caldo sono i pantaloncini Clima. Li uso spesso anche quando mi alleno un po’ più nell’entroterra californiano per sessioni di allenamento specifiche contro il caldo, per prepararmi meglio alle gare con temperature estreme. Quando indosso questi pantaloncini Clima in bicicletta, sudo come un matto ma mi sento sempre asciutto. Questa per me è una dimostrazione di validità del prodotto. Alla fine della corsa guardo verso il basso e i miei pantaloncini sono impregnati di sale ma allo stesso tempo completamente asciutti. Quando vedo questo, so che il prodotto mi sta aiutando ad ottenere il massimo da me stesso.

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    Quale capo di Q36.5 utilizzi in questa stagione per gli allenamenti e le gare? Potresti parlarci di alcuni dei tuoi articoli preferiti? Ci interessano soprattutto i tuoi preferiti più inaspettati, i piccoli dettagli o gli articoli di cui ti sei innamorato.

    In termini di prodotti preferiti inaspettati, devo citare due prodotti: in primo luogo i baselayer, che sono articoli straordinari, spesso trascurati da molti ciclisti ma probabilmente i più importanti di tutti, e in secondo luogo i vostri copriscarpe, che potrebbero non essere i prodotti più “cool” del mio guardaroba ma sono davvero eccezionali in termini di funzionalità.Questa stagione mi sono anche divertito molto con i prodotti aero che mi avete inviato. I body, gli aero baselayer e anche la nuova tecnologia di fondello che avete appena lanciato. Al momento la mia attenzione è rivolta all’abbigliamento estivo e alla termoregolazione, ma non sarei qui senza l’allenamento invernale, quindi faccio molto affidamento sul vostro abbigliamento invernale per potermi allenare tutto l’anno, per poter pedalare per 5-6 ore anche con un tempo pessimo e per rimanere in salute e al riparo. Da questo punto di vista, il mio capo preferito è la maglia Hybrid Que e il gilet Essential. Cambiando il mio baselayer da 0 a 4, posso gestire in modo efficace l’intera gamma di temperature. Da temperature sotto lo zero (con il baselayer 4) a corse a 5-20°C con l’1 o il 2.

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    Hai un “mentore tecnologico”? Qualcuno con una conoscenza approfondita dell’attrezzatura tecnica che ti guida dalla scelta delle attrezzature che usi, ai capi che indossi, al cibo che mangi? Qual è la lezione più importante che hai ricevuto da questo mentore?

    Certamente! Questa persona è Chad Nordwall, il proprietario di Above Category. Chad lavora nel settore da molto tempo e si allena seriamente da molti anni. Durante il periodo in cui ho lavorato presso Above Category e ho corso per loro come ciclista professionista sponsorizzato, Chad mi ha insegnato a testare le attrezzature in modo critico e analitico con l’obiettivo di capire una cosa: se funzionano o meno per ognuno di noi.

    Images: Above Category, Enve Composites, Jim Merithew, Brennan Wertz

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